Roberto Bartolini18 Luglio 20163min9580

Prezzi bassi grano 2016: impariamo la lezione e cambiamo abitudini per le prossime semine

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Abbiamo già detto la nostra in un precedente articolo, dove si sottolineava la necessità di eseguire un monitoraggio puntuale sulla effettiva qualità del frumento raccolto quest’anno, per poter ribattere, se mai fosse possibile, all’industria che denuncia scarsa qualità proteica e per questo la necessità di importare prodotto dall’estero. Per quanto riguarda invece il fattore prezzo, Herbert Lavorano in un recente articolo sull’Informatore Agrario sottolinea come le quotazioni basse del grano erano almeno in parte prevedibili già molti mesi fa.

Perché nessuno ha fatto contratti a 240-260 euro/t?

Infatti era noto che il grano duro canadese raccolto nel 2015 sarebbe stato disponibile nell’estate 2016 a prezzi tra 215 e 225 euro/t cif porto adriatico e che il prodotto nazionale a basso tenore proteico sarebbe stato penalizzato, qualora ci fosse stata la necessità di miscelarlo per raggiungere i requisiti richiesti dai pastifici. Ma pur di fronte a questi segnali, sono ancora pochi i contratti stipulati al momento delle semine a prezzo chiuso che, ribadiamo, se valutati nel giro di 4-5 campagne offrono sempre maggiori garanzie rispetto al vezzo italico di rimanere liberi da vincoli e tentare la sorte ogni anno per vedere come si comporterà il mercato.

Gli agricoltori che oggi giustamente si lamentano per i prezzi da fame del frumento debbono però ricordare che nel corso delle semine autunnali 2015 vi erano proposte fatte dagli acquirenti con prezzi tra 240 e 260 euro/t, ma in quel momento i prezzi del grano erano più elevati e così quasi nessun agricoltore ha sottoscritto un contratto a quelle condizioni che oggi sarebbero giudicate ottime.

I futures di Agrex fissavano prezzi a 280-290 euro/t base Foggia

Per non parlare – dice sempre Lavorano – del non utilizzo da parte dei venditori di strumenti derivati, in particolare i futures trattati su Agrex (il mercato di borsa italiano dove vengono trattati i derivati finanziari del frumento duro): qui, lo scorso dicembre la quotazione per settembre e per dicembre 2016 si aggirava attorno a 280-290 euro/t per consegne a Foggia.

Poi rimane sul tavolo l’eterno problema della nostra frumenticoltura che nessuno vuole risolvere, e cioè l’eccessiva frammentazione dell’offerta, senza una cabina di regia che aggreghi il prodotto secondo le sue caratteristiche qualitative. Anche su questo abbiamo scritto, indicando per esempio i contoterzisti come figure che potrebbero esercitare questa sorta di regia territoriale per mettere insieme partite più omogenee di cereali (vedi articolo).

Ci sarà qualcuno della parte agricola e di quella industriale che farà tesoro di questa amara lezione del 2016?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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