70 quintali/ettaro di riso Carnaroli Meracinque: un successo la semina con Geospread e dosi variabili

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Nell’azienda Borgo Libero delle cinque sorelle Tovo (ne abbiamo parlato in questo articolo) era cominciata come una vera e propria sfida alla tradizione l’idea di utilizzare lo spandiconcime Kverneland Geospread TL per la semina e la concimazione a dose variabile del riso Carnaroli Meracinque, ed è finita con una vittoria su tutti i fronti.

Le cinque sorelle Tovo dell’azienda Borgo Libero, giovani produttrici del riso Meracinque, sempre più apprezzato dai grandi chef non solo italiani.

Le mappe del suolo sono indispensabili per fare le cose giuste

70 quintali all’ettaro al “secco” già in questo primo anno del progetto, abbandonando le lavorazioni e le semine tradizionali, con una particolarità importante: «Grazie alla mappatura dei suoli – spiega Bruno Agazzani, agronomo della Speziali Antenore di Roncoferraro (Mantova) – abbiamo individuato esattamente punto per punto le caratteristiche fisiche e chimiche dell’appezzamento e questo ci ha consentito di mirare, con precisione chirurgica, sia la dose di seme sia le dosi di fertilizzanti. Infatti dalle mappe di raccolta notiamo una cosa molto importante, e cioè che la produzione risulta sufficientemente omogenea in tutte le aree del campo, sia in quelle fertili sia in quelle meno fertili. Come primo anno è questa la vera sfida vinta!».

L’attrezzatura Agrisoing per la mappatura dei suoli.

L’agricoltura di precisione infatti consente di abbassare, anno dopo anno, le eccessive disomogeneità produttive che si verificano da una parte all’altra degli appezzamenti, elevando verso l’alto le rese unitarie. Dunque la variabilità del terreno, da grave difetto come è sempre stato considerato, oggi diventa un punto di forza in mano all’imprenditore.

Lo spandiconcime Kverneland Geospread TL con il quale sono state effettuate la semina e la concimazione a dose variabile del riso Carnaroli.

In evidenza le aree critiche sui vecchi fossi

Dalle mappe di umidità (colore azzurro e verde) e dalle mappe di produzione (colore verde e rosso) si nota anche una specie di disegno a reticolo.

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Mappa di umidità del terreno coltivato a riso Carnaroli Meracinque.

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Mappa di produzione del terreno coltivato a riso Carnaroli Meracinque.

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«Nella mappa della umidità alla raccolta – sottolinea Agazzani – la colorazione blu a reticolo corrisponde esattamente alle zone dove c’erano i vecchi fossati prima dello spianamento. Lo stesso andamento si vede nella mappa di produzione, dove si nota che le produzioni più basse (colore rosso) corrispondono sempre alla posizione dei vecchi fossati. Inoltre nella mappa di raccolta si nota una zona rossa (bassa produzione) in basso a sinistra dove c’è stato un eccesso di concimazione azotata. E si tratta di un’area test creata appositamente da noi, per capire se eravamo davvero al limite come dose di azoto».

Se ne accorge anche la tv: chi innova vince sempre

I percorsi agronomici sostenibili e le attenzioni dedicate al trattamento del prodotto nella fase post raccolta del riso Carnaroli Meracinque hanno attirato l’interesse anche della trasmissione “MelaVerde” di Canale 5, che ha dedicato a questo straordinario prodotto della terra un servizio nella consueta trasmissione domenicale.

In conclusione possiamo dire che anche in un momento di mercato decisamente difficile per il riso italiano, solo chi riesce a tirarsi fuori dal coro e a impegnarsi in una produzione “speciale” e in perfetta sintonia con le richieste del mercato, può mantenere una buona redditività.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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