Azoto troppo caro? La soluzione vincente è digestato e strip-till

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Non facciamoci illusioni: urea, nitrato ammonico e via dicendo manterranno prezzi elevati e per gli agricoltori non sarà facile procurarseli. Quindi non rimane che valorizzare ancora di più i digestati per sostituire i concimi minerali.

Quanto vale il digestato

Mediamente il contenuto di azoto di un digestato è dell’ordine di 4 kg/m3, con valori massimi che superano i 6 kg/m3 che, in valore economico, corrispondono a 3,5-5 euro/m3. All’azoto si aggiungono 2 kg circa di anidride fosforica e 3 kg di ossido di potassio, che portano il valore del digestato a 6-8 euro/m3. Senza dimenticare che con il digestato si apporta anche sostanza organica per circa 40-50 kg/m3 e micronutrienti. Dunque il valore fertilizzante dei digestato copre, al momento, i costi di distribuzione.

Molto importante è contenere le emissioni di ammoniaca, sia in fase di stoccaggio coprendo le vasche, sia in fase di distribuzione in campo.

Attenzione al sistema di distribuzione

Per questo motivo il crescente uso del digestato viene affiancato dall’applicazione della tecnica di preparazione del terreno a strip-till, che in questi anni si è affermata come la più idonea. Con lo strip-till si lavora solo il terreno della banda di semina e su questa porzione di terreno contemporaneamente viene interrato il digestato in sottosuperficie, proprio per eliminare qualsiasi tipo di emissione e valorizzare al meglio il prodotto dal punto di vista agronomico.

Un esempio significativo, riportato dall’Informatore Agrario n.8/2022, è quello di un’azienda del trevigiano che nel 2022 ha concimato tutti i suoi 300 ettari esclusivamente con il digestato proveniente dall’impianto di biogas, di cui si riportano i dati qui di seguito.

Tabella tratta dall’Informatore Agrario n. 8/2022

La spesa di concimazione è stata di 805 euro/ha anziché 1250 euro/ha se avesse usato concimi minerali, applicando la minima lavorazione, che ha ridotto ulteriormente i costi rispetto all’aratura.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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