Frumento di qualità: come difendere foglia e spiga dagli attacchi fungini

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Le avversità chiave del frumento, oltre alle erbe infestanti (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo), sono la Septoria, il Fusarium e la Cimice, che nelle ultime annate si è fatta sempre più aggressiva. È ormai indiscutibile che se si vuole produrre ai massimi livelli consentiti dalla genetica e portare in magazzino granella con alti livelli qualitativi, è necessario mettere a punto una efficace strategia di difesa della foglia e della spiga.

I prezzi bassi del frumento purtroppo inducono gli agricoltori a risparmiare sui trattamenti, ma anche se diserbo e difesa incidono per circa il 20% sul costo totale, non bisogna mai abbassare la guardia, pena perdite produttive molto rilevanti, come dimostrano i dati che riportiamo di seguito, così illustrati da Amedeo Reyneri dell’Università di Torino nel corso di un convegno dedicato al frumento organizzato nei giorni scorsi a Bologna da Bayer: «Garantire al frumento un apparato fogliare sano ed efficiente ad inizio giugno, afferma Reyneri, significa assicurarsi aumenti di produzione molto significativi pari ad almeno il 30%».

Come si vede dallo schema sopra riportato, che offre un quadro di insieme delle principali problematiche da affrontare in campo, per combattere Septoriosi e Fusariosi – che sono i nemici numero uno del grano – non si può che ricorrere alla lotta chimica, mentre per quanto riguarda altre malattie certamente meno preoccupanti, come Oidio e Ruggini, vengono almeno in parte in aiuto dell’agricoltore la moderna genetica, con varietà resistenti e accorgimenti di ordine agronomico.

Un’efficace strategia di lotta combinata

Con questi chiari di luna del mercato abbiamo detto che l’agricoltore si mostra spesso perplesso sull’opportunità di difendersi dalle malattie fungine ogni anno, e per fugare i dubbi riportiamo i risultati di oltre 107 prove di campo svolte in otto anni, che mettono a confronto su frumento tenero e duro campi trattati e non trattati contro le avversità fungine.

Come si vede dai grafici, sul frumento tenero l’applicazione della difesa fungicida ha portato a un aumento produttivo del 30% e nel frumento duro del 22%, dato inferiore al precedente dovuto al fatto che la maggior parte del prodotto viene coltivata nel nostro Meridione, dove le problematiche fitosanitarie sono meno pressanti rispetto al centro-nord e i livelli produttivi sono inferiori.

I consigli per operare correttamente in campo

La prima scelta vincente è quella di evitare l’uso di semente riprodotta e conciata in azienda direttamente dall’agricoltore, che purtroppo ancora oggi rappresenta circa la metà di quello che viene seminato. Occorre quindi utilizzare seme certificato e conciato industrialmente dalle case sementiere.

Seminato il grano, si può adottare o una strategia differenziata che prevede la difesa della foglia dal momento dell’accestimento sino alla “foglia a bandiera” seguita dalla difesa della spiga, oppure una strategia combinata con interventi subito dopo la levata e tra spigatura e fioritura.

Ma quale di queste due strategie porta ai risultati migliori? Anche in questo caso le prove pluriennali svolte in quattro località dall’Università di Torino offrono agli agricoltori una serie di dati inconfutabili e di grande utilità pratica.

Come si vede dai grafici soprastanti, la difesa della foglia alla levata (grafico in alto) e la difesa della spiga (grafico a destra) gestite separatamente, rispetto a campi di frumento non trattati, ha sempre portato ad aumenti produttivi rispettivamente dell’11 e del 16%, come media di tutte le prove in nove anni e con andamenti climatici molto diversi oltre che differente pressione delle malattie. Ma il grafico in basso, che riporta i dati della strategia combinata, dimostra come questa scelta operativa risulti vincente rispetto alle altre due, dal momento che, in media, l’aumento produttivo rispetto ai campi non trattati è pari al 25%, con punte addirittura dell’86%.

A questo punto non rimane che scegliere il principio attivo più efficace.

Quattro anni di prove dove si è confrontata una strategia di difesa fungina con Protioconazolo e senza Protioconazolo hanno evidenziato la superiorità di questo principio attivo nel contenimento delle malattie fungine del grano.

Le soluzioni Bayer per la difesa fungicida

Paolo Bacchiocchi di Bayer, a conclusione del convegno dedicato al frumento, ha ricordato le soluzioni che propone Bayer per difendere al meglio la coltura dagli attacchi fungini. In primo piano c’è Aviator Xpro, a base di Bixafen e Protioconazolo, che assicura una protezione di lunga durata contro la septoria e la altre malattie fungine, grazie all’azione sinergica dei due principi attivi, il rapido assorbimento e la prolungata durata di azione.

Aviator Xpro, alla dose di 1 l/ha, presenta una finestra di impiego molto ampia, da inizio levata alla fase di botticella, ed è molto efficace anche in caso di pioggia già dopo un’ora dall’applicazione. Altra importante peculiarità di Aviator Xpro è il cosiddetto “effetto rinverdente” della coltura, dato che favorisce il maggior sviluppo della lamina fogliare offrendo inoltre una maggiore tolleranza della pianta alle condizioni climatiche difficili. Dunque un effetto di “stay green” a tutto vantaggio della produzione e della qualità della granella.

Inoltre, Prosaro e Proline Star sono i due fungicidi Bayer per la completa e prolungata difesa della spiga dal Fusarium (ma anche da oidio e ruggini) salvaguardando così il raccolto dalla presenza di micotossine. Da segnalare infine la novità 2019 rappresentata da Soligor, fungicida sistemico ad ampio spettro per combattere oidio e ruggini. In Soligor sono presenti tre sostanze attive dotate di attività preventiva e curativa con una notevole rapidità di azione. Va utilizzato alla dose di 0,7-1 l/ha su frumento e triticale e di 0,6-0,8 l/ha su orzo e segale, tra inizio accestimento e la fasi di botticella della coltura.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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