Roberto Bartolini11 Ottobre 20195min16440

Grano duro, l’azoto è indispensabile: lo confermano 16 anni di prove

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L’argomento darà adito a molte critiche, dal momento che i prezzi di mercato non sono allettanti, ma non c’è alcun dubbio sul fatto che se si vuole produrre e puntare alla qualità, non si deve risparmiare sull’azoto. Invece di questi tempi una delle voci che per prime vengono tagliate dai cerealicoltori è proprio quella relativa alla concimazione azotata, visto il basso prezzo di vendita del prodotto, o tutt’al più si fornisce qualche unità di azoto solo come concimazione di fondo.

Una sperimentazione svolta per 16 anni nelle campagne del foggiano dal CREA-Ci (Centro di ricerca per la cerealicoltura) e pubblicata sull’Informatore Agrario dimostra invece che non concimare il grano duro o concimarlo in modo non appropriato è una scelta sbagliata almeno per due motivi. Primo: si ottiene una produzione scarsa in termini quali-quantitativi; secondo: il terreno si depaupera progressivamente riducendo la sua capacità produttiva.

Come è stata impostata la sperimentazione

I 16 anni di sperimentazione in pieno campo hanno previsto quattro tesi a confronto:

  1. tesi non concimata;
  2. tesi standard con fosfato biammonico in pre-semina e nitrato ammonico in accestimento;
  3. tesi con azoto stabilizzato e inibitore della nitrificazione (linea Entec) in pre-semina e in accestimento;
  4. tesi con Entec 25-15 solo in pre-semina.

La produzione media in 16 anni della tesi non concimata è pari a 36 ql/ha. L’effetto della concimazione (per tutti e tre le tesi) rispetto alla tesi non concimata, nella media dei 16 anni, ha portato a un incremento produttivo dell’11,9% . Quindi la produzione media è pari a 40 ql/ha.

L’effetto della concimazione con azoto stabilizzato ha portato un incremento produttivo, rispetto alla tesi non concimata, del 15,3%. Quindi la produzione media in sedici anni è pari a 42 ql/ha.

Per quanto riguarda il contenuto proteico, l’effetto della concimazione in 16 anni ha portato a un incremento medio del 22%, facendo così oltrepassare sempre alla granella il 15% di proteine totali.

L’importanza del concime speciale

Entrando ora nel merito del fertilizzante con azoto stabilizzato, si tratta di un prodotto che contiene azoto in forma nitrica (11%), cioè prontamente disponibile, e azoto in forma ammoniacale (14% stabilizzato con inibitore della nitrificazione) oltre al fosforo (155) ad alta solubilità. Il picco di rilascio dell’azoto ammoniacale di questo fertilizzante è stimato in circa 56 giorni dal momento dell’applicazione, quindi esattamente in corrispondenza dello stadio in cui la pianta di frumento comincia a manifestare il bisogno di azoto che deve essere disponibile nel suolo. Ed è questo aspetto che favorisce l’aumento del tenore proteico delle granelle.

Conclusioni operative

Per ottenere buone rese e alta qualità della granella occorre un adeguato apporto di azoto. È consigliabile frazionare la concimazione in una quota di azoto in pre-semina e la restante in copertura ad inizio-accestimento. La concimazione di fondo è importante, ma è sbagliato fornire tutto l’azoto in questa fase.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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