Grano duro, l’azoto è indispensabile: lo confermano 16 anni di prove
L’argomento darà adito a molte critiche, dal momento che i prezzi di mercato non sono allettanti, ma non c’è alcun dubbio sul fatto che se si vuole produrre e puntare alla qualità, non si deve risparmiare sull’azoto. Invece di questi tempi una delle voci che per prime vengono tagliate dai cerealicoltori è proprio quella relativa alla concimazione azotata, visto il basso prezzo di vendita del prodotto, o tutt’al più si fornisce qualche unità di azoto solo come concimazione di fondo.
Una sperimentazione svolta per 16 anni nelle campagne del foggiano dal CREA-Ci (Centro di ricerca per la cerealicoltura) e pubblicata sull’Informatore Agrario dimostra invece che non concimare il grano duro o concimarlo in modo non appropriato è una scelta sbagliata almeno per due motivi. Primo: si ottiene una produzione scarsa in termini quali-quantitativi; secondo: il terreno si depaupera progressivamente riducendo la sua capacità produttiva.
Come è stata impostata la sperimentazione
I 16 anni di sperimentazione in pieno campo hanno previsto quattro tesi a confronto:
- tesi non concimata;
- tesi standard con fosfato biammonico in pre-semina e nitrato ammonico in accestimento;
- tesi con azoto stabilizzato e inibitore della nitrificazione (linea Entec) in pre-semina e in accestimento;
- tesi con Entec 25-15 solo in pre-semina.
La produzione media in 16 anni della tesi non concimata è pari a 36 ql/ha. L’effetto della concimazione (per tutti e tre le tesi) rispetto alla tesi non concimata, nella media dei 16 anni, ha portato a un incremento produttivo dell’11,9% . Quindi la produzione media è pari a 40 ql/ha.
L’effetto della concimazione con azoto stabilizzato ha portato un incremento produttivo, rispetto alla tesi non concimata, del 15,3%. Quindi la produzione media in sedici anni è pari a 42 ql/ha.
Per quanto riguarda il contenuto proteico, l’effetto della concimazione in 16 anni ha portato a un incremento medio del 22%, facendo così oltrepassare sempre alla granella il 15% di proteine totali.
L’importanza del concime speciale
Entrando ora nel merito del fertilizzante con azoto stabilizzato, si tratta di un prodotto che contiene azoto in forma nitrica (11%), cioè prontamente disponibile, e azoto in forma ammoniacale (14% stabilizzato con inibitore della nitrificazione) oltre al fosforo (155) ad alta solubilità. Il picco di rilascio dell’azoto ammoniacale di questo fertilizzante è stimato in circa 56 giorni dal momento dell’applicazione, quindi esattamente in corrispondenza dello stadio in cui la pianta di frumento comincia a manifestare il bisogno di azoto che deve essere disponibile nel suolo. Ed è questo aspetto che favorisce l’aumento del tenore proteico delle granelle.
Conclusioni operative
Per ottenere buone rese e alta qualità della granella occorre un adeguato apporto di azoto. È consigliabile frazionare la concimazione in una quota di azoto in pre-semina e la restante in copertura ad inizio-accestimento. La concimazione di fondo è importante, ma è sbagliato fornire tutto l’azoto in questa fase.