Mais, non c’è più acqua: non rimane che trinciare
Dal 16 luglio in tutto il comprensorio dell’alto mantovano (Castiglione delle Stiviere, Solferino, Guidizzolo, Medole e Cavriana), da sempre culla di mais con alte produzioni, i volumi idrici per effettuare la classica irrigazione a scorrimento sono esauriti e i canali consortili rimarranno all’asciutto. Ma entro il 25 luglio lo stato di crisi si allargherà a tutta la Lombardia, dal momento che il governatore Attilio Fontana ha detto che oltre quella data l’agricoltura non avrà più acqua.
Insomma, siamo al capolinea ben prima del tempo: il caldo torrido e l’assenza di piogge previste per i prossimi giorni hanno accelerato la corsa a trinciare per portare a casa quello che si può, anche se le operazioni di raccolta vanno un po’ a rilento perché i contoterzisti non avevano previsto un anticipo così anomalo.
La stagione quest’anno non è mai stata normale, dal momento che tutti i turni irrigui sono stati stravolti, tanto che gli agricoltori, data la poca acqua a disposizione, hanno dovuto decidere quali campi salvare e quali invece sacrificare, senza considerare che tante superfici destinate ai secondi raccolti alla fine sono rimaste incolte.
Siamo stati un giorno intero in campo nell’alto mantovano e le immagini che seguono testimoniano lo stato delle colture e le basse produzioni che si stanno ottenendo: 150-200 ql/ha dove si producevano normalmente 600-700 ql/ha di trinciato.
La maggior parte del prodotto che si sta raccogliendo in questi giorni viene destinato al biogas e le poche partite di trinciato che si salvano, pur con poco amido, va agli allevamenti.
Per quanto riguarda i prezzi, come sempre è una giungla, ma possiamo dire che abbiamo sentito parlare di 4,50 euro al quintale per il prodotto più secco e di 6 euro al quintale per quello che è stato irrigato almeno un po’.