Mais, non c’è più acqua: non rimane che trinciare

20220718_085836

Dal 16 luglio in tutto il comprensorio dell’alto mantovano (Castiglione delle Stiviere, Solferino, Guidizzolo, Medole e Cavriana), da sempre culla di mais con alte produzioni, i volumi idrici per effettuare la classica irrigazione a scorrimento sono esauriti e i canali consortili rimarranno all’asciutto. Ma entro il 25 luglio lo stato di crisi si allargherà a tutta la Lombardia, dal momento che il governatore Attilio Fontana ha detto che oltre quella data l’agricoltura non avrà più acqua.

Insomma, siamo al capolinea ben prima del tempo: il caldo torrido e l’assenza di piogge previste per i prossimi giorni hanno accelerato la corsa a trinciare per portare a casa quello che si può, anche se le operazioni di raccolta vanno un po’ a rilento perché i contoterzisti non avevano previsto un anticipo così anomalo.

La stagione quest’anno non è mai stata normale, dal momento che tutti i turni irrigui sono stati stravolti, tanto che gli agricoltori, data la poca acqua a disposizione, hanno dovuto decidere quali campi salvare e quali invece sacrificare, senza considerare che tante superfici destinate ai secondi raccolti alla fine sono rimaste incolte.

Siamo stati un giorno intero in campo nell’alto mantovano e le immagini che seguono testimoniano lo stato delle colture e le basse produzioni che si stanno ottenendo: 150-200 ql/ha dove si producevano normalmente 600-700 ql/ha di trinciato.

La maggior parte del prodotto che si sta raccogliendo in questi giorni viene destinato al biogas e le poche partite di trinciato che si salvano, pur con poco amido, va agli allevamenti.

Per quanto riguarda i prezzi, come sempre è una giungla, ma possiamo dire che abbiamo sentito parlare di 4,50 euro al quintale per il prodotto più secco e di 6 euro al quintale per quello che è stato irrigato almeno un po’.

Un campo di mais di classe 600 essiccato precocemente, in attesa della trinciatura.
Lo stress ha ostacolato le fecondazioni.
Ecco come si presentano le spighe largamente incomplete.
In primo piano piante di mais senza vita; sullo sfondo lo stesso ibrido ancora in vegetazione su quella parte di terreno dove è riuscita ad arrivare l’acqua per scorrimento.
Quest’anno i campi sono tutti così nell’Alto Mantovano. A destra il mais è più verde perché è arrivata l’acqua, mentre a sinistra lo stesso mais è ormai secco perché la turnazione irrigua di quest’anno non ha permesso di irrigarlo.
Come si presenta una spiga del mais che è riuscito ad avere l’acqua irrigua.
A sinistra la linea dell’amido (detta anche “linea del latte”) ideale, che indica lo stadio di maturazione della granella per iniziare a trinciare il mais. A destra, invece, come si presenta la granella nel mais che si sta raccogliendo in questi giorni nell’alto mantovano, che risulta molto povera di amido, zuccheri e proteine.
Gli agricoltori che dispongono di pozzi privati cercano di salvare più campi possibili, anche se è una corsa contro il tempo.
Questo campo di mais riuscirà a salvarsi dalla siccità grazie alle canalette riempite con l’acqua di pozzo.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato I campi obbligatori sono contrassegnati


Chi siamo

Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


CONTATTACI