Nuova Pac, copertura minima del suolo obbligatoria per 60 giorni

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Tra le nuove norme sulla condizionalità della Pac 2023-2027, la BCAA 6 (“Buone condizioni agronomiche e ambientali”) obbliga a una copertura vegetale dei terreni agricoli nei periodi più sensibili, per evitare o limitare fenomeni di lisciviazione, erosione e riduzione del contenuto in sostanza organica. I due periodi individuati come più sensibili sono:

  • il periodo successivo alla raccolta della coltura principale;
  • il periodo con la massima piovosità.

A livello nazionale, l’intervallo di copertura obbligatorio è di 60 giorni consecutivi all’interno del periodo che va dal 15 settembre al 15 maggio dell’anno successivo, adattabile a livello regionale in funzione dell’ordinamento colturale prevalente e della piovosità.

Cosa si deve fare in campo

Dal punto di vista pratico, l’agricoltore può:

  • mantenere la copertura vegetale, naturale (inerbimento spontaneo) o seminata, per 60 giorni consecutivi nell’intervallo di tempo compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo;
  • lasciare in campo i residui della coltura precedente per 60 giorni consecutivi.

Per “inerbimento spontaneo” si intende l’assenza di lavorazioni che compromettano la copertura vegetale del terreno agricolo per il periodo definito.

Sì alle lavorazioni estive, ma seguite dalle cover crops

Dunque, alla luce della nuova norma, l’agricoltore dovrà rinunciare alle lavorazioni effettuate subito dopo la raccolta della coltura principale primaverile o di quella in secondo raccolto; a meno che non preveda di seminare subito dopo una cover crops, che rimarrà sul terreno sino alla primavera successiva, assicurando un inerbimento del suolo come richiede la normativa.

Nel caso il terreno rimanga senza colture sino alla primavera successiva, le lavorazioni potranno essere effettuate dal 15 novembre in poi, e questo pone qualche problema ai terreni molto tenaci.

Le colture vernine valgono come inerbimento

Non ci sono problemi per coloro che seminano le colture vernine (grani, orzo, triticale, loietti, eccetera), perché garantiscono di fatto la copertura del suolo come inerbimento “seminato”. Lo stesso dicasi per le seconde semine, nel caso non si raccolga la coltura prima del 15 novembre, che valgono come copertura del suolo per i 60 giorni previsti.

Sì allo strip-till per interrare liquami e digestati

Nessun problema anche per coloro che devono interrare i reflui e i digestati, perché la norma dice testualmente: che «sono ammesse lavorazioni che non interrompano la copertura vegetale del terreno o che lascino sul terreno i residui della coltura precedente (per esempio discissura, rippatura, iniezione o distribuzione degli effluenti non palabili con tecniche basso emissive)».

La distribuzione degli effluenti non palabili con tecniche basso-emissive, come per esempio lo strip-till, è ammessa dalla BCAA 6. Ciò significa che l’interramento dei liquami o digestati tramite strip-till è permesso e in questo modo è possibile sia liberare le vasche di raccolta in tempi utili, sia preparare i letti di semina per la coltura successiva.

Regole in vigore da settembre 2023

La BCAA 6 entra in vigore già dal mese di settembre 2023, quindi l’agricoltore dovrà stabilire, al momento della domanda Pac, quando collocare i 60 giorni di stop alle lavorazioni. Il testo della norma a questo proposito dà il seguente consiglio: «Per quanto concerne la collocazione del periodo, alle nostre latitudini e nelle attuali condizioni di cambiamento climatico, il periodo ottimale si colloca nei mesi di dicembre e gennaio, poiché il prolungamento delle condizioni siccitose fino ad ottobre, sposta in avanti il periodo delle lavorazioni e delle nuove semine, rendendo possibile la buona conduzione delle coltivazioni autunno vernine e la crescita della vegetazione spontanea o seminata a perdere che precede le coltivazioni primaverili».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


4 commenti

  • Costella

    2 Febbraio 2023 at 3:15 pm

    Quindi non posso più arare il terreno in autunno per poi seminare la medica ad aprile ?

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  • Damiano Prisciandaro

    3 Febbraio 2023 at 11:46 am

    È tutto giusto per terreni in pendenza ma non vedo utilità per terreni pianeggianti che accuserebbero danni da stagnazione idrica. È risaputo che nel sud Italia si hanno seri problemi di competizione idrica fra colture e piante produttive, un prolungarsi di non coltivazioni influenzerebbe negativamente le produzioni.

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  • Gianni Colucci

    3 Febbraio 2023 at 11:21 pm

    Trovo tutto quanto di una assurdità incommensurabile, già dal fatto che tra IMU E CONSORZIO DI BONIFICA È COME SE DOVESSIMO PAGARE OGNI ANNO UN DEBITO DI FITTO, PER NON USARE E PROFERIRE UN TERMINE PIÙ ATTUALE……E IN PIÙ PER FAR PARTE AD AVERE DEGLI AIUTI PAC PARLO DI AIUTI CHE DOVREBBERO ESSERE OBBLIGATORI E INVECE PER AVERE QUESTO AIUTO TI CHIEDONO DI” COMPRARE DELLE QUOTE”, per avere le integrazioni (aiuti), quindi si camuffa il tutto con questa voce: “quote”: cioè in parole povere e trasparenti come per dire: io do una un riconoscimenti a te e tu mi paghi ;sembra corretto tutto quanto? e come dulcis in fundo ti devono pure obbligare cosa devi e come devi coltivare. fra non molto ci diranno che non possiamo produrre in frumento oppure ortaggi o come pomodoro non più di un certo quintalaggio ,.quindi conviene ancora coltivare la terra? però mi chiedo con quell’arguzia del pensiero; perché bill gates ha comprato miglia dj h. di terreno in in America?

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  • Luigi Tangredi

    4 Febbraio 2023 at 9:48 am

    Buongiorno! Interessante.
    Grazie.

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