Pac, 4% di riposo sui terreni a seminativo nel 2024: sì o no?

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Da quando è stata varata la Pac 2023-2027 (e sono già trascorsi quindici mesi!), non c’è stato mai un momento di tranquillità per esperti, tecnici e agricoltori, dal momento che prima il Ministero dell’agricoltura, e da pochi giorni anche l’Unione europea, non hanno fatto altro che cambiare continuamente le carte in tavola con una proliferazione di aggiustamenti, precisazioni e cancellazioni che lasciano sconcertati. Va bene che oggi tutto è in continuo movimento, ma non è possibile che l’agricoltore, oltre ai problemi di mercato e di un clima che ostacola qualsiasi programmazione, debba anche avere a che fare con la schizofrenia dei burocrati e con i ripensamenti del Parlamento europeo, costretto a rivedere frettolosamente i suoi piani a causa delle sacrosante contestazioni del mondo agricolo.

Abbiamo passato mesi a disquisire e discutere sulla condizionalità rafforzata della Pac (rotazioni, cover crops, set aside, lavorazioni del suolo, eccetera) e oggi tutto cambia ancora una volta, senza peraltro avere ancora a disposizione le nuove disposizioni per iscritto, attraverso la pubblicazione sulle gazzette ufficiali europee e italiane. Di conseguenza, con questa situazione, in campagna se ne sentono dire di tutti i colori: ognuno interpreta a modo suo le notizie sulle ultime decisioni della Ue e gli agricoltori, con già le colture in atto, vivono ancora nell’incertezza sul da farsi.

Le perplessità maggiori in questi giorni riguardano la cancellazione dell’obbligo della messa a riposo del 4% della superficie a seminativi. Ci risulta che alcune organizzazioni professionali stiano fornendo indicazioni imprecise, quindi è bene chiarire le cose come stanno sulla base dei documenti ufficiali dell’Unione europea.

BCAA 8 cancellata: si può seminare

Il 15 marzo 2024 la Commissione europea ha proposto delle modifiche alla Pac 2023-2027 e il 26 marzo 2024 il Consiglio europeo ha approvato le modifiche, quindi non resta che attendere il via libera del Parlamento europeo, che certamente non si opporrà alle decisioni della Commissione e del Consiglio Ue. Quindi, è definitiva la decisione dell’Ue che elimina la norma BCAA 8, cioè l’obbligo di destinare una percentuale minima dei seminativi a superfici (terreni lasciati a riposo) o elementi (siepi, alberi, eccetera) non produttivi, mantenendo al contempo la protezione degli elementi caratteristici del paesaggio esistenti.

A questo punto, è inverosimile che l’Italia non adotti questa decisione europea. Si tratta solo di aspettare i tempi della burocrazia per la pubblicazione della norma con apposito decreto, ma chi non si fida può rispettare comunque il 4% utilizzando cappezzagne, scoline e fossi con gli appositi indici di ponderazione e seminare tutta la superficie disponibile.

Ci sarà un nuovo eco-schema

Gli Stati membri sono tenuti a istituire un nuovo regime ecologico (eco-schema) che offra sostegno agli agricoltori per il mantenimento di una parte dei seminativi in stato non produttivo o per la creazione di nuovi elementi caratteristici del paesaggio. Quindi non si parla più di azotofissatrici senza l’uso di agrofarmaci, cover crops e via dicendo. Sarebbe in tal modo garantita agli agricoltori una ricompensa specifica per tali superfici e per gli elementi non produttivi, che sono benefici per la biodiversità nei terreni agricoli e, più in generale, per le zone rurali.

Attendiamo dunque l’isitituzione da parte del Masaf (ma in quali tempi non si sa) di un nuovo eco-schema che premierà gli agricoltori che, per decisione autonoma e quindi senza imposizione, decideranno di lasciare non produttivo il 4% dei loro seminativi. Si passa quindi da un obbligo a un’opzione facoltativa remunerata, con un compenso per ettaro la cui entità è tutta da stabilire.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Antonio Olivieri

    3 Aprile 2024 at 7:24 am

    È tutta una scusa per aumentare per aumentare le materie prime del nostro paese italiano

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