Ecco cosa succede se si perde il segnale GPS seminando il mais su terreno lavorato a strip-till
![mais-strip-till](http://www.ilnuovoagricoltore.it/wp-content/uploads/2018/08/mais-strip-till-1024x768.jpg)
È proprio vero che il mais non è coltura adatta alla semina su sodo! Come sapete la lavorazione del terreno a strisce, cioè lo strip-till, prevede l’alternanza tra porzioni di terreno lavorate a 15-20 cm, dove dovrà essere depositato il seme, e porzioni di terreno a sodo, cioè lasciato intatto con i residui colturali della coltura precedente.
La semina di un mais, come in questo caso di secondo raccolto, su strip-till deve necessariamente essere effettuata con il collegamento al segnale RTK, cioè a quello che garantisce la massima precisione, dal momento che la seminatrice deve depositare il seme esattamente al centro della striscia lavorata.
Nelle foto che vi mostriamo si è verificato un momentaneo black out del segnale, e così la seminatrice, senza la guida satellitare, invece di deporre il seme sulla striscia lavorata lo ha messo sul terreno non lavorato, cioè a sodo. E ciò che è accaduto è emblematico.
![](http://www.ilnuovoagricoltore.it/wp-content/uploads/2018/08/IMG-20180710-WA0004.jpg)
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La conseguenza del black out del segnale è uno sviluppo molto stentato del mais, che si è trovato a radicare ed emergere con molta difficoltà su un terreno compatto, coperto da residui colturali e con poca umidità a disposizione.
![](http://www.ilnuovoagricoltore.it/wp-content/uploads/2018/08/IMG-20180710-WA0001.jpg)
L’esempio di campo ci dice due cose:
- se si adotta la tecnica dello strip-till, mai procedere alla semina senza il collegamento RTK;
- 2) il sodo si adatta poco alla coltura del mais, soprattutto in secondo raccolto.