Mais: i consigli agronomici per limitare lo sviluppo delle aflatossine nella granella

La redditività di un campo di mais non può prescindere dalla sanità della granella, che è ormai un pre-requisito fondamentale per vendere il proprio raccolto e non subire decurtazioni sul prezzo finale. Ma la diffusione delle micotossine si fa di anno in anno sempre più preoccupante, e così il Mipaaf insieme alle Regioni ha attivato una ricerca mirata a individuare i consigli agronomici da fornire agli agricoltori per un maggiore controllo delle contaminazioni. La riassumiamo qui di seguito.
Avvicendamento
L’alternanza del mais con soia, bietola e orticole di pieno campo consente di limitare la quantità di residui colturali e non permette alle larve di diabotrica di trovare radici di mais per alimentarsi, quindi abbatte tale popolazione larvale responsabile di stress al mais.
Epoca di semina
La fioritura è la fase in cui è più probabile la contaminazione della spiga e quindi occorre seminare tempestivamente, cioè appena il terreno raggiunge i 10°C a 3-5 cm di profondità per evitare la coincidenza della fioritura con le temperature estive più elevate. In coltura irrigua è bene impiegare ibridi che completano la maturazione entro fine estate-inizio autunno.
Irrigazione
Lo stress idrico predispone la pianta di mais all’attacco dell’Aspergillus flavus, il fungo termofilo responsabile delle aflatossine, favorito dall’aumento di temperatura dei tessuti del mais a causa della ridotta traspirazione. Attenzione a non far andare il mais in stress idrico nelle fasi di fioritura e di maturazione della granella.
Fertilizzazione azotata
Carenze di azoto causano uno sviluppo stentato della coltura che la predispongono ad attacchi di funghi tossigeni. Carenza di azoto significa diminuzione delle rese e aumento della concentrazione della tossina nella granella.
Impiego di biocompetitori
Distribuzione dei formulati tra lo stadio di 6 e 10 foglie del mais per una efficace competizione nei confronti dei ceppi tossigeni.
Su questo punto, si veda anche il nostro approfondimento “Dalla lotta biologica tra buoni e cattivi, la nuova frontiera per prevenire le aflatossine del mais“.
Trattamenti insetticidi
L’attacco delle larve di piralide è una causa indiretta dello sviluppo dell’Aspergillus sulle cariossidi già erose e quindi più esposte alla penetrazione del fungo. L’attacco delle larve di diabotrica, danneggiando le radici, espone la pianta di mais a maggiori stress idrici e nutrizionali. Contro la piralide è opportuno trattare le larve di seconda generazione, quindi quando le catture delle larve di prima generazione diventano costanti.
Epoca di raccolta
È una scelta che influisce molto sulla presenza delle aflatossine. La raccolta va effettuata quando il mais ha un’umidità compresa tra il 20 e il 22% e non si deve scendere mai al di sotto del 20% altrimenti l’Aspergillus cresce rapidamente e l’accumulo di aflatossine diventa rilevante. Quando la pianta è matura la traspirazione termina e così la temperatura della spiga può diventare superiore a quella dell’aria e così favorire lo sviluppo della muffa termofila come l’Aspergillus.