Così si coltiva mais sostenibile per i costi e per l’ambiente

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Prima il covid-19, poi la folle corsa in alto dei prezzi delle materie prime e dei mezzi tecnici e infine la guerra in Ucraina, per molti osservatori mettono in discussione tutta la politica agricola europea 2023-2027, incentrata in gran parte sulla sostenibilità ambientale, che deve per necessità riorientarsi verso una sostenibilità in termini produttivi.

Mais a impatto zero

Ma chi lo ha detto che non possiamo puntare alla massima produzione per ettaro di cereali, oleoproteaginose e foraggere riuscendo a essere anche sostenibili, dal punto di vista ambientale ed economico? Il video che presentiamo qui di seguito, realizzato da Paolo Montana, è un esempio di come la professionalità, la conoscenza agronomica e la messa in campo di moderne tecnologie permettono di coltivare mais praticamente a “impatto zero” con notevoli economie nell’uso dei mezzi tecnici.

 

Senape bianca seminata sui residui del mais 2021

«Dopo la raccolta del mais da granella con mietitrebbia abbinata a trinciastocchi – spiega Montana – il 7 ottobre 2021 è stata seminata senape bianca direttamente sui residui colturali con una lavorazione superficiale in un unico passaggio. La senape nel corso dell’inverno non ha subito l’azione del gelo e quindi nella primavera 2022 me la sono trovata in fiore, con una forte frequentazione da parte delle api».

Terminazione meccanica della senape in fiore

Sul tappeto di senape in fiore, Montana ha effettuato un passaggio con una dischiera contrapposta per una lavorazione superficiale alla profondità di 7 cm per miscelare senape ai residui colturali e alla terra. «Così facendo – sottolinea l’agricoltore – la terminazione della senape è avvenuta senza usare glifosate, quindi con un percorso assolutamente sostenibile».

Semina del mais con un cantiere unico su strip-till

La semina del mais è stata eseguita con un cantiere unico costituito da strip tiller che prepara il letto di semina a strisce, abbinato a una seminatrice che, oltre a deporre il seme su un terreno sempre fresco insieme al concime, riesce a effettuare contemporaneamente anche il diserbo solo sulla fila di semina. «Questa tecnica agronomica – osserva Montana – permette di risparmiare almeno due terzi di principio attivo rispetto alla tecnica tradizionale, dal momento che i prodotti non si distribuiscono nelle interfile, occupate dai residui di senape e del mais 2021 che formano una sorta di coperta che ostacola la nascita delle malerbe».

I costi dei due cantieri

Ma qual è il costo dei due cantieri? «Il costo della discatura sulla senape è di 65 euro/ha – risponde Montana – al quale vanno aggiunti 180 euro/ha per il cantiere che effettua le quattro operazioni in un solo passaggio: lavorazione, semina, concimazione e diserbo».

Chi ha arato ha subìto il danno dei crostoni

Questo percorso agronomico sia di monito per tutti coloro che quest’anno hanno arato ed erpicato, tirando come sempre i letti di semina fini fini, sui quali però si sono abbattute in molte zone d’Italia delle piogge brevi ma violente che hanno provocato ovunque spesse croste, certamente non molto gradite al mais e che comunque richiedono un ulteriore intervento. Ci chiediamo se questi agricoltori siano riusciti a ottenere il gasolio gratis, dal momento che non ritengono di dover risparmiare sui passaggi..!

Il progetto sostenibile di Granarolo

Un’ultima annotazione importante: la Società Agricola La Gazzera dei fratelli Montana, che annovera un allevamento da latte con 300 capi, è in filiera con Granarolo, che pochi mesi fa ha annunciato che tutti i soci conferenti hanno avviato un percorso di sostenibilità totale in campo e in stalla. In campo ciò significa utilizzare i liquami e i digestati al posto dei concimi chimici e tutte le tecniche che riducono le lavorazioni, i passaggi sui campi e l’uso dei mezzi chimici.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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