Roberto Bartolini25 Gennaio 20217min20960

Medica insilata e mais in rotazione, la scelta vincente per la stalla

erba medica

Cinque anni di greening utilizzando l’erba medica hanno convinto numerosi allevatori che sostituire con questa leguminosa almeno il 30% della superficie aziendale destinata al mais è una scelta vincente sotto tutti i punti di vista. Il punto chiave, però, è il modo con cui si raccoglie la medica. La classica fienagione infatti comporta perdite meccaniche molto elevate ed è difficile anticipare il primo taglio, quindi la strada obbligata è quella del cantiere di insilamento con falciacondizionatrici innovative e molto performanti.

Falciacondizionatrice Vicon frontale Extra 632 FR abbinata a due Extra 7100 R posteriori.
Si tratta di un cantiere ad alta efficienza con un’ampia larghezza di lavoro per raccogliere molto velocemente nelle migliori condizioni pedoclimatiche.
TerraLink Quattro di Vicon, un sistema esclusivo che consente all’andanatore di seguire perfettamente la superficie del terreno per portare in stalla un foraggio di alta qualità.

Il cantiere di raccolta è un punto chiave del successo

Un cantiere di raccolta ben organizzato ed efficiente deve essere composto da falciatrici combinate e ranghinatori performanti, uniti alla raccolta tramite trincia semovente o carro foraggero. In tre giorni questo cantiere raccoglie sino a 40 ettari.

La conservazione può avvenire in trincea oppure in rotoballe fasciate a elevata compattazione. Questo sistema permette di raccogliere a stadi precoci (bottone fiorale) con tenori di sostanza secca attorno al 40%, riuscendo così a contenere le perdite di proteine.

Il sistema ideale per la medica insilata è l’uso di balle fasciate a elevata compattazione.
Le balle fasciate a elevata compattazione sono realizzate da rotopresse di moderna concezione, capaci di adattare il sistema di pressatura alle caratteristiche del foraggio.

I dati che confortano le scelte

Prove pluriennali di campo in aziende zootecniche svolte dall’Università di Torino, i cui risultati sono stati pubblicati sul supplemento Stalle da latte dell’Informatore Agrario, forniscono le seguenti indicazioni:

  1. La medica va raccolta con tagli ravvicinati (ogni 20-25 giorni).
  2. Il primo taglio va effettuato alla metà di aprile.
  3. Si possono fare sino a 7 sfalci l’anno.
  4. Il primo anno si fanno 5-6 tagli.
  5. Le produzioni per ettaro sono tra 14 e 17 tonnellate di sostanza secca e 300-3500 kg di proteina.

Come suddividere la superficie aziendale

Per ottenere i massimi vantaggi, la medica deve entrare in successione al mais almeno sul 30% della superficie aziendale destinata normalmente al mais. Quindi la medica viene utilizzata per tre anni, cui seguono sei anni di mais.

Tre anni di medica producono mediamente 45 tonnellate di sostanza secca per ettaro e 9000 kg/ha di proteina con fibra di altissima qualità grazie ai tagli precoci.

Cosa succede al mais in rotazione

A parità di input il mais (granella, pastone o silomais), grazie alla successione con erba medica, aumenta la produzione dall’8 al 13% rispetto a un mais in monosuccessione (per più di quattro anni). Altri fatti importanti sono che dopo l’erba medica è possibile ridurre gli apporti di azoto al mais e si possono evitare i trattamenti contro piralide e diabotrica.

Conclusioni operative

La produzione totale di sostanza secca non viene penalizzata se si introduce la medica al posto di una parte di mais. Con questo sistema foraggero si ottengono maggiori quantità di proteine e di energia metabolizzabile, nonché maggiori concentrazioni di nutrienti nel chilo di alimento prodotto, a costi più contenuti e con minore impegno di ore di lavoro. Infine, grazie alla medica diminuiscono gli impatti ambientali per il minor uso della chimica e al minor consumo di gasolio.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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