Per raccogliere foraggio di qualità si fa sempre più ricorso ai contoterzisti innovatori

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L’allevatore, oberato dai vincoli di una legislazione complicata e dai problemi di gestione della stalla, sempre più spesso affida la produzione dei foraggi a uno specialista, come avviene per la formulazione della razione. E nel caso delle colture, lo specialista si identifica con il contoterzista e in particolare con coloro che si sono dotati di cantieri di raccolta innovativi e di elevate capacità di lavoro.

Erba medica: tra primo e secondo taglio, due cantieri diversi

«Produrre fieno di alta qualità, capace di dare un vantaggio competitivo alla stalla, oggi non è facile come un tempo – dice Roberto Guidotti del CAI (Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani) – dato che la tecnica colturale si è affinata adattandosi alle caratteristiche delle colture che a loro volta sono soggette a variare nel tempo».

«Ecco l’esempio della medica: tra il primo e i tagli successivi – prosegue Guidotti – la coltura può avere bisogno di macchine diverse o con una differente regolazione. Il condizionatore a rulli è fondamentale nel primo taglio, dove i culmi sono già parzialmente lignificati e quindi hanno bisogno di un’azione di schiacciamento più intensa, ma sui tagli successivi, con le piante che sono più delicate, l’intensità del condizionamento deve essere limitata o assente, per evitare la perdita di foglie e quindi di valore nutritivo».

«Nel caso in cui si coltivano invece foraggere graminacee e leguminose – conclude Guidotti – è necessario impiegare due diversi sistemi di condizionamento, a flagelli nel primo caso e a rulli nel secondo, e quindi il ricorso al contoterzista diventa inevitabile».

Ecco come si può essere tempestivi nella raccolta

Ma l’agricoltore ha il forte timore che affidare la raccolta del foraggio a contoterzi significhi perdere la tempestività. «È una paura nella maggior parte delle volte infondata», replica Guidotti. «L’uso di falciacondizionatrici combinate quadruplica la resa oraria rispetto alla configurazione singola, grazie all’abbinamento con trattori di potenza adeguata che lavorano ad alta velocità». In questo caso entra però in ballo il problema del calpestamento, se il cantiere è così pesante. «Ma anche un trattore di alta potenza – precisa Guidotti – è adatto a operare su colture in atto e non è vero che riduce la permeabilità del terreno, compromettendo il ricaccio per i tagli successivi. Tutto dipende dalle gomme, che devono essere a sezione allargata e a bassa pressione: una trattrice da 250 cavalli può scaricare a terra il suo peso notevole con un carico unitario inferiore a quello di una macchina da 50 cavalli allestita con pneumatici standard. Il sensibile allargamento della fascia lavorata consente inoltre di ridurre il numero di passate, con un vantaggio positivo sulla percentuale di superficie di terreno interessata dal passaggio del cantiere».

Per rimanere in tema di cantieri di raccolta super innovativi citiamo la serie EXTRA 700 di Vicon, falciacondizionatrici portate posteriori dotate delle più sofisticate tecnologie che riassumiamo di seguito.

 

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Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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