Roberto Bartolini13 Maggio 20243min11200

Ue sospende dazi su importazioni prodotti da Ucraina

CampoGrano

Con 428 voti favorevoli, 131 contrari e 44 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato il rinnovo fino al 5 giugno 2025 della sospensione di dazi e quote sulle importazioni di prodotti dall’Ucraina nei 27 paesi dell’Ue. Le nuove norme prevedono alcune misure di salvaguardia, attivando un freno di emergenza per prodotti particolarmente sensibili come pollame, uova, zucchero, avena semola, mais e miele. In particolare, se le importazioni di questi prodotti superano la media dei volumi delle importazioni registrate nella seconda metà del 2021 e in tutto il 2022 e 2023, saranno nuovamente introdotti dei contingenti tariffari.

Il presidente della Federazione agricola europea Copa-Cogeca Patrick Pagani ha sottolineato: «Il mondo agricolo non può essere l’unico settore produttivo a farsi carico del sostegno economico a Kiev. Non diciamo di chiudere le porte ai prodotti ucraini, ma portiamoli dove ce n’è più bisogno».

L’impennata dell’import dall’Ue

In seguito al conflitto Russia-Ucraina, le importazioni di prodotti ucraini da parte dell’Unione europea hanno avuto un’impennata, come dimostrano questi numeri:

  • Per lo zucchero, prima della guerra si importavano 20 mila tonnellate, mentre oggi siamo a 240 mila e si arriverà a 700 mila tonnellate.
  • Per il grano, da 1 milione di tonnellate si è arrivati a 4 milioni e mezzo.
  • Per il pollame, da 90 mila tonnellate siamo arrivati a 200 mila tonnellate.

Si tratta di ingenti quantitativi che l’Europa non può sopportare senza che ci siano sconvolgimenti sul fronte dei prezzi, ma anche negative conseguenze sui trasporti su strada e ferrovia.

Cosa accadrà se l’Ucraina entrerà in Ue

Ma c’è chi guarda con crescente preoccupazione alle conseguenze di un eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Considerando i 41 milioni di ettari coltivabili dell’Ucraina, se vogliamo che le sovvenzioni europee all’agricoltura si mantengano sui livelli attuali, servirebbero 100 miliardi euro in più da stanziare, una somma non di poco conto. E questo spauracchio non fa dormire sonni tranquilli agli agricoltori europei.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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