Agricoltura, ecco quanto si risparmia con le lavorazioni conservative e la precisione

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Il progetto Life-Agricare, coordinato da Veneto Agricoltura in collaborazione con l’Università di Padova ed Enea, ha messo a confronto le lavorazioni tradizionali con quelle innovative e conservative (minima, strip-till e sodo), abbinando anche l’agricoltura di precisione con guida assistita e dosaggio variabile dei mezzi tecnici. Le colture interessate sono state frumento, mais, colza e soia, con l’uso per tutte di tre tecniche conservative e delle cover crops (o “colture di copertura”) seminate tra una coltura principale e la successiva.

Un recente report dell’Informatore Agrario ha sintetizzato i dati economici raccolti, molto utili da divulgare agli agricoltori e contoterzisti che ancora mostrano parecchie perplessità nell’imboccare la strada dell’innovazione, proprio perché non dispongono di dati riferiti all’effettiva convenienza dei nuovi percorsi agronomici.

fonte: L’Informatore Agrario 24-25/2018

Costi della meccanizzazione

Le lavorazioni conservative richiedono un minore fabbisogno di meccanizzazione (meno attrezzature in campo) e questo significa minori costi. Per la semina su sodo i costi, rispetto alle lavorazioni tradizionali, si riducono sino al 45% e con minima lavorazione e strip-till si riducono del 24%.

L’applicazione dell’agricoltura di precisione ha comportato una generale diminuzione dei costi che si quantifica intorno al 6%, dato che i sistemi satellitari permettono di aumentare la velocità di lavoro e l’effettiva larghezza di lavoro.

Reddito lordo

L’agricoltura di precisione a dosaggio variabile è più remunerativa rispetto a quella a dosi uniformi e, in abbinamento alla minima lavorazione e al sodo, aumenta ancora la sua convenienza rispetto a quella convenzionale.

L’inserimento della tecnica a dosaggio variabile porta all’aumento delle produzioni e alla maggior efficienza dei mezzi tecnici somministrati.

Consumo di gasolio

La minima lavorazione permette un risparmio di carburante variabile, per le diverse colture in esame, tra il 22% e il 30%, lo strip-till tra il 24% e il 34% e la semina su sodo tra il 42% e il 55%.

L’applicazione della guida satellitare, abbinata alla distribuzione variabile rispetto alla dose fissa, comporta un risparmio di gasolio che oscilla tra l’8% e il 15%. Perché queste differenze? Grazie all’ottimizzazione dei percorsi e delle manovre in campo che si ottiene con la guida satellitare.

fonte: L’Informatore Agrario 24-25/2018

Emissioni di carbonio

Nei due anni di sperimentazione, la riduzione di emissione di CO2 rispetto alle lavorazioni tradizionali è risultata pari a 50 kg/ha del mais in strip-till con distribuzione a dose variabile e di 300 kg/ha nella semina su sodo della soia abbinata alla distribuzione a dose variabile. Dunque le tecniche di agricoltura di precisione con distribuzione variabile degli input hanno sempre ottenuto livelli di riduzione della CO2 più elevati rispetto alla distribuzione a dose fissa e uniforme.

Carbonio nel suolo

L’aumento di carbonio organico nel suolo mediante il sequestro del carbonio atmosferico da parte delle piante è un modo per mitigare il cambiamento climatico in atto.

Le lavorazioni conservative abbinate alle cover crops si confermano uno strumento prezioso per sequestrare il carbonio atmosferico. Infatti l’aratura con l’inversione degli strati di terreno porta a una veloce mineralizzazione del carbonio organico e quindi alla sua distruzione, mentre con le lavorazioni conservative si riducono drasticamente le perdite di carbonio organico a favore di un incremento di sostanza organica del terreno.

L’impatto ambientale positivo dell’innovazione

I risultati del progetto dimostrano che l’applicazione integrata dei principi dell’agricoltura conservativa e dell’agricoltura di precisione consente di mitigare le emissioni di gas serra attraverso i risparmi legati ai minori consumi energetici diretti e indiretti e le minori perdite di carbonio nel suolo per i fenomeno ossidativi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Alberto Braghin

    9 Luglio 2018 at 11:51 am

    Caro Bartolini,
    le visite organizzate presso l’azienda Valle Vecchia nell’ambito del progetto Helpsoil a cui ho partecipato, hanno mostrato l’uso di uno Strip Tillage (ST) “Maschio” che poco a che vedere con altre e più recenti marche diffuse sul mercato. I dati degli operatori confermano che questa particolare ed innovativa tecnica porta ad ottenere plv da uguali a superiori alla lavorazione convenzionale (LC) e con costi confrontabili con la Minima Lavorazione (ML).

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