Ecco come lavora su terreno sodo l’erpice Qualidisc: un solo passaggio e il letto è pronto
Continuiamo con i video registrati nell’azienda Le Colombaie di Visano (Brescia) in occasione dell’incontro in campo “Kverneland Field Day”, tenutosi lo scorso 13 luglio con i concessionari Kverneland e con alcuni agricoltori e contoterzisti. Oggi è la volta dell’erpice Kverneland Qualidisc all’opera su stoppie di grano.
La corretta miscelazione delle stoppie è una delle principali regole per un’efficace conservazione del terreno e delle sue caratteristiche. Inoltre, consentire ai residui colturali di decomporsi efficacemente permette al seme una germinazione ottimale, con conseguenti aumenti di produzione.
La progettazione dell’attrezzo fa la differenza
La progettazione del Qualidisc di Kverneland si basa principalmente su questi fondamentali concetti, non dimenticando comunque di garantire all’operatore versatilità di utilizzo in svariate condizioni di terreno dalle più secche alle più umide, immediatamente dopo trebbiatura o trinciature per una miscelazione dei residui, o addirittura post-aratura in sostituzione di erpici rotanti.
Come sono fatti i dischi
Oltre ai dischi di largo diametro per ottenere una qualità di taglio eccelsa e un effetto mixing ottimale, il Qualidisc è dotato di dischi forgiati di diametro 573 mm. Tale diametro maggiorato consente di lavorare in terreni con molti residui o nei quali si devono eliminare completamente le infestanti per procedere contemporaneamente con la successiva semina. I dischi dentellati migliorano la penetrazione e la rotazione indipendentemente da qualsiasi residuo.
Inoltre è disponibile un disco di 520 x 5 mm, montato standard sui modelli Farmer, che a richiesta può essere montato anche sui modelli Pro.
Un costante angolo di taglio
La particolare forma con cui viene prodotto il disco consente alla macchina di non variare l’angolo di penetrazione.
I dischi “long life” hanno un particolare trattamento termico per una longevità impareggiabile e costi ridotti.
L’importanza del rullo finale
Il cantiere termina con il rullo Actipack, che imprime un peso di 220 kg/m e garantisce performance elevate anche su terreni pesanti. Il particolare sistema di taglio di cui è dotato assicura un effetto frantumatore di altissima qualità. La pressione dei coltelli può essere regolata in tre posizioni. Inoltre è possibile escludere completamente il sistema di taglio per lasciare arieggiato il terreno e consentendone un maggior drenaggio.
2 commenti
GIUSEPPE
26 Ottobre 2017 at 12:34 pm
Dott. Roberto buon giorno sono un agricoltore della provincia di Foggia. Io vorrei iniziare a lavorare il mio terreno facendo la mini lavorazione. La domanda che le voglio fare che io ho un disossatore a 7 ancore e ideale? La ringrazio della sua disponibilità e nella attesa vi porgo i mie saluti
Roberto Bartolini
27 Ottobre 2017 at 9:33 am
Buongiorno Giuseppe, la minima lavorazione va effettuata alla profondità massima di 15-18 cm senza invertire gli strati di suolo, e quindi senza vedere il suo dissodatore non possiamo dire che sia l’attrezzo ideale. Nel nostro sito abbiamo pubblicato molti articoli sulla minima lavorazione con foto degli attrezzi adatti che normalmente sono dotati di due file di dischi e di ancore fatte in un certo modo. Può trovare tutti questi articoli a partire da qui: http://www.ilnuovoagricoltore.it/tag/minima-lavorazione/
Grazie per seguirci.