Frumento, come gestire la concimazione azotata a seconda della destinazione commerciale della granella

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L’azoto, si sa, è indispensabile per il frumento tenero e duro, ma oggi occorre ragionare non più in generale, bensì tenendo conto della diversa destinazione finale della granella. Solo così infatti possiamo garantirci un livello qualitativo adeguato per far sì che il nostro prodotto susciti interesse e quindi venga acquistato dalle diverse filiere di trasformazione.

Insomma, anche nella concimazione azotata dei frumenti occorre una specializzazione e sul come metterla in pratica possiamo affidarci ai consigli del gruppo di lavoro di Amedeo Reyneri dell’Università di Torino, che da anni sta studiando questo argomento ed è arrivato a conclusioni operative che meritano la massima attenzione da parte di agricoltori e contoterzisti. I risultati di questa ricerca sono stati di recente pubblicati dall’Informatore Agrario.

Frumento biscottiero

L’industria richiede un frumento con ridotto contenuto proteico (inferiore all’11%), una bassa forza e una contenuta tenacità dell’impasto (P/L inferiore a 0,5).

  • La concimazione azotata non deve avvenire oltre la prima parte della levata.
  • Se possibile effettuare il primo intervento nelle ultime fasi dell’accestimento, somministrando circa il 40-50% della dose di azoto necessario a tutto il ciclo.
  • La distribuzione della quota rimanente (50%) va eseguita a inizio levata e non deve essere ritardata per evitare che l’azoto sia disponibile in fioritura, il che provocherebbe un aumento del tenore proteico della granella.
  • I concimi a lento rilascio distribuiti in un’unica soluzione possono essere una valida alternativa, limitando i rischi di incremento del contenuto proteico e della forza della farina rispetto a quelli tradizionali distribuiti tardivamente.

Frumenti di forza e panificabili superiori

Per ottenere lotti di frumento tenero con contenuto proteico superiore al 13,5% è necessario valorizzare gli interventi di concimazione azotata nelle ultime fasi del ciclo colturale, abbinandoli a un programma di difesa fungicida fogliare, per mantenere la foglia bandiera esente da attacchi parassitari. In questo modo si ottengono anche lotti qualitativamente più omogenei, che è quello che chiede l’utilizzatore.

Il consiglio operativo è il seguente: 30% dell’azoto all’accestimento, 45% alla levata e il restante 25% alla spigatura.

L’impiego di concime fogliare alla fioritura, in sostituzione dell’intervento al suolo, in molti casi consente di migliorare i parametri qualitativi soprattutto in ambienti più freschi, con uno stay green più prolungato del frumento durante la fase di maturazione della granella.

Frumento duro

L’industria richiede frumenti duri che raggiungano un livello minimo di proteine del 13-13,5%. La dose totale di azoto dovrebbe quindi essere pari a 210 kg/ha, frazionandola in questo modo: 30% all’accestimento, 45% alla levata e il 25% tra botticella e spigatura, un intervento tardivo che è determinante per raggiungere le proteine desiderate.

Anche in questo caso può essere utile una concimazione fogliare in fioritura abbinata ad applicazione di fungicidi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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