Zanella: “L’economia circolare funziona bene anche su 30 ettari”

alberto zanella

Alberto Zanella è un giovane agricoltore che conduce insieme al padre l’azienda di famiglia, la Società Agricola S.Agostino a Casaloldo, nell’alto mantovano. «Abbiamo solo trenta ettari – spiega Alberto – ma con 500 capi da carne in filiera con la Cooperativa Zootecnica Scaligera, un biodigestore da 100 kw e altri 100 kw di fotovoltaico sui tetti, riusciamo a sfruttare la cosiddetta economia circolare che ci permette di sopravvivere».

Zanella, è soddisfatto dell’esperienza col biogas?

«Direi proprio di sì. Lo abbiamo installato tre anni fa, con tanti sacrifici economici, puntando su una tecnologia d’avanguardia come quella di BTS e su soluzioni tecnologiche molto efficienti. Il biodigestore viene alimentato esclusivamente con il letame e il liquame dell’allevamento, ma con un pre-trattamento che ha lo scopo di eliminare le impurità e i corpi estranei e permettere, una volta immesso nell’impianto, di ridurre di un buon 40% i costi di miscelazione, oltre a far lavorare al meglio i batteri. Dal biodigestore esce dunque un digestato molto ben “digerito”, che viene trasportato nella vasca di stoccaggio coperta, dove sosta per 90 giorni prima di iniziare la distribuzione in campo».

Il biodigestore da 100 kw è alimentato esclusivamente con deiezioni zootecniche.
L’impianto di pre-trattamento elimina impurità e corpi estranei dalla deiezioni e fa lavorare meglio il biodigestore.

Quanto digestato producete all’anno e qual è l’efficienza dell’impianto?

«Produciamo 12.000 metri cubi all’anno di digestato e lo distribuiamo non solo sui nostri terreni, ma anche su altri vicini, dal mese di marzo in poi su primi e secondi raccolti. Le ore di funzionamento nel 2022 sono state pari a 8730, con l’11% di autoconsumo. La tariffa attuale di 0,233 centesimi, con i costi di ammortamento che dobbiamo affrontare, non è delle più soddisfacenti, ma speriamo nel prossimo FER 2».

Quale colture praticate in azienda e come viene effettuata la preparazione del letto di semina?

«Seminiamo segale in autunno e mais in primavera. L’accoppiata ci soddisfa, con produzioni medie di 90 ql/ha di segale secca e da un minimo di 600 a un massimo di 900 ql/ha di trinciato di mais. Molti anni fa ho venduto aratro ed erpice e sui trenta ettari di proprietà pratico solo la minima lavorazione sui primi e sui secondi raccolti, con gli erpici CLC Pro 300 e Qualidisc 3000 di Kverneland, con ottimi risultati in termini produttivi e di aumento della fertilità del terreno. Ho notato un aumento della dotazione di fosforo e di potassio; per non parlare del risparmio sul gasolio che, rispetto alle lavorazioni tradizionali, supera il 65%».

L’erpice CLC di Kverneland usato per un primo passaggio sui residui colturali.
Il Kverneland Qualidisc viene utilizzato da Zanella per un interramento sottosuperficiale dei digestati e per preparare il letto di semina.
Alberto Zanella in un bel campo di mais seminato su minima lavorazione.

Come utilizza il digestato?

«All’inizio della primavera entro sui terreni con una prima passata di CLC, e alla distribuzione del digestato con la botte, faccio seguire l’interramento con il Qualidisc. Poi si semina il mais aggiungendo circa 240 kg/ha di 18.46 a lenta cessione, perché i nostri terreni sono in gran parte molto freddi».

La segale prodotta da Zanella viene stoccata in balloni e fa parte della razione della mandria da carne.
La segale prodotta da Zanella viene stoccata in balloni e fa parte della razione della mandria da carne.
Zanella alleva 500 capi da carne ed è in filiera con la Cooperativa Zootecnica Scaligera.

Dunque fa un bilancio positivo della sua attività?

«Con 30 ettari, se facessimo solo seminativi, avremmo già chiuso bottega. Ora ho intenzione di allargare la superficie coperta con il fotovoltaico, dato che sono in arrivo incentivi interessanti, e mi auguro che possa aumentare almeno un po’ la tariffa dell’energia prodotta con il biogas. In campo stiamo adottando tecnologie che ci consentono sostenibilità ambientale ed economica e ritengo che non ci si debba mai fermare. C’è sempre da migliorare e questo è possibile solo se ci si informa e si mantiene alta la curiosità di provare tutte le novità che la tecnologia e la genetica ci mettono a disposizione».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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