Kverneland CLC Pro: l’attrezzo polivalente per la minima lavorazione
Quando si dice “vedere per credere”, il detto si adatta perfettamente alla minima lavorazione del terreno ricoperto da residui colturali e/o infestanti, dove la maggior parte degli agricoltori ritiene indispensabile la classica aratura seguita da due erpicature. Ma perché sprecare tanto tempo e tanti euro in più per il gasolio?
Nel corso della giornata “Kverneland Field Day” organizzata lo scorso 13 luglio da Kverneland Group Italia presso l’azienda Le Colombaie di Visano (Brescia), i concessionari e gli agricoltori intervenuti hanno potuto verificare di persona l’importanza di disporre di attrezzi ben progettati e ben costruiti se si decide di non arare e di preparare il terreno con un unico o al massimo due passaggi.
Il coltivatore CLC Pro, nella classica versione con tre file di denti con disposizione asimmetrica e ben distanziate tra loro, una fila di dischi Gang e il rullo Actipack, su un terreno sodo molto tenace ha dimostrato tutte le sue capacità di lavorare senza invertire la fetta di terreno, assicurando una giusta profondità di lavoro, costante su tutta la sua larghezza. Il terreno è così pronto per la semina e non occorre effettuare altri passaggi.
Il CLC messo in campo al “Kverneland Field Day” ha lavorato alla profondità di 18-20 cm, ma se si tolgono le alette la profondità arriva anche a 35 cm e con i denti da 420-480 mm si ottiene una maggiore lavorazione del terreno.
Il CLC pro può avere il telaio rigido o il telaio pieghevole, con larghezza di lavoro da 3 a 4,90 metri e potenza richiesta del trattore da 120 a 350 HP.