Frumento duro, le migliori varietà per le prossime semine
Anche per il frumento duro, il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) ha realizzato per il 44° anno consecutivo le prove di confronto varietale per valutare i migliori prodotti su cui puntare (ieri abbiamo divulgato quelli del frumento tenero, clicca qui per leggere l’articolo). Tra le venti varietà presenti in tutti i campi-prova degli areali considerati, solo quattro hanno ottenuto i risultati migliori:
- Kanakis (Semetica), che ha ottenuto rese superiori o uguali alla media in 33 campi prova su 38;
- Monastir (Semetica), superiore in 28 campi su 38;
- Antalis (CGS sementi), superiore in 27 campi su 38;
- Furio Camillo (Sis), superiore in 23 campi su 38.
La varietà che ha ottenuto il più alto valore proteico (14,5%) è Aureo (Syngenta).
Vediamo ora il dettaglio nei due areali considerati dal Crea.
Migliori varietà di frumento duro al Sud e Isole
La varietà più produttiva e stabile di frumento duro nel Sud Italia e Isole è Kanakis, con resa di 5,79 t/ha, seguita da Monastir (Semetica) e Antalis (CGS sementi). Buone medie raggiunte anche da Alemanno (Coseme) e Iride (Syngenta), che sono varietà già collaudate, oltre che dalla novità Egeo (Syngenta).
Rese superiori alla media sono offerte anche da Claudio (Sis) e Furio Camillo (Sis), con buoni contenuti proteici e pesi ettolitrici. Infine, tra le novità vanno segnalati Egeo (Syngenta), Secolo (Syngenta) e Calò (Sis).
Migliori varietà di frumento duro al Nord
Le migliori varietà di frumento duro al Nord Italia, con rese superiori a 6 t/ha, sono Daurur (Semetica), Kanakis (Semetica) e Obelix (Syngenta), seguite da Secolo (Syngenta), Mario (Syngenta) e Tito Flavio (Sis).
Antalis (CGS sementi) e Monastir (Semetica) mostrano grande adattabilità ambientale e buon indice proteico (14%). Un contenuto proteico superiore al 15% è stato ottenuto da Simeto e Svevo (Sis), che però producono meno delle altre. Buon equilibrio tra produzione e indice proteico da Tirex (Apsov), Furio Camillo (Sis) e Solstizio (Conase).
Ora la parola spetta agli agricoltori, ai quali raccomandiamo di provare sempre ogni anno almeno due varietà mai seminate prima. Solo così si può cercare di fare qualche significativo passo avanti.