Grano, basse produzioni? Troppo azoto in campo, oltre a piogge e allettamento

produzioni grano

Le produzioni di frumento tenero e duro quest’anno in generale sono piuttosto basse e non c’è dubbio che le piogge in un periodo sbagliato (e per molti la mancanza di trattamenti fungicidi) hanno fatto danni considerevoli, anche sul peso specifico e sullo stato sanitario delle granelle (DON). Ma tra le cause che hanno portato alle scarse produzioni, anche gli agricoltori ci hanno messo del loro, soprattutto coloro che giustamente hanno sostituito la concimazione azotata minerale con la distribuzione di liquami e digestati. Si tratta di un’ottima idea, come abbiamo sempre detto, ma solo se non si esagera e si sa esattamente quanto azoto si distribuisce in campo. Quest’anno, invece, in tantissimi casi si è esagerato, andando ben oltre il limite dei 180-200 unità/ha di azoto che richiede il frumento. Ovvio quindi che, con tanto azoto in campo e con le piogge battenti, le piante si sono coricate, con tutte le conseguenze che conosciamo.

Cosa svelano le mappe di raccolta

Le mappe di raccolta, per chi le fa e le sa interpretare, svelano in tantissimi casi l’arcano.

In alto una mappa di vigore (dove si evidenziano già tre zone critiche segnate in rosso) e in basso la mappa di raccolta. Nelle aree indicate con il cerchio rosso si sono avute le rese più basse, mentre il colore verde indica le parti dove si è prodotto di più.

Nell’immagine qui sopra siamo di fronte a una mappa di raccolta dove si vede che in areali rettangolari, ben definiti, la produzione è stata molto scarsa. Alla domanda fatta all’agricoltore: “Ma in questa parte del campo che cosa hai fatto?”, la risposta è stata: “Ho distribuito tanto liquame con il gettone”. Ed ecco il risultato.

Quando si distribuiscono liquami e digestati si deve sapere quanto azoto contengono e non andare a casaccio, perché se non piove come lo scorso anno, tutti i santi aiutano, ma se piove come quest’anno, non ci si salva.

Alcune mappe sono troppo care

Le mappe di produzione sono utili per capire come mai in alcune zone si è prodotto di più e in altre di meno e tutti gli agricoltori dovrebbero averle a disposizione da parte dei contoterzisti. Ma ci risulta che alcuni contoterzisti si facciano pagare la mappa di raccolta anche 15 euro all’ettaro, e questo spiega perché gli agricoltori ci rinunciano. Ma non hanno acquistato i sistemi 4.0 grazie agli incentivi di Stato? C’è qualcosa che non torna.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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