L’impatto dell’aratura sulla vitalità del terreno agricolo

aratura

La discussione sull’opportunità o meno di abbandonare le lavorazioni agricole tradizionali (aratura ed erpicatura) non può prescindere dalle conseguenze che determinano sull’equilibrio vitale del suolo. Un illuminante articolo di Marco Benetti dell’Università di Padova, pubblicato di recente sull’Informatore Agrario, illustra come è composto il suolo agrario e come funziona una matrice molto complessa costituita da molti componenti che debbono essere in armonia tra di loro, sottolineando gli effetti provocati dai diversi tipi di preparazione del letto di semina.

Di seguito riassumiamo i concetti principali espressi da Benetti, che dovrebbero essere presi i considerazione da agricoltori e contoterzisti.

Com’è fatto il suolo

Il suolo, come si vede, è costituito da sabbia, limo e argilla e dalla sostanza organica.

La sostanza organica (che nella maggior parte dei suoli italiani oggi è ai minimi termini) è costituita dai componenti indicati nell’immagine seguente, ed è la principale responsabile della formazione strutturale del terreno, che è l’organizzazione spaziale di tutte le particelle e componenti del suolo. È questa organizzazione che determina la qualità e la quantità dei pori tra gli aggregati e la loro stabilità, con conseguenze sulla struttura.

 

Micro e macropori sono elementi strategici

I micropori permettono la risalita capillare dell’acqua e i macropori il drenaggio e il transito dell’aria che sono funzioni vitali del terreno. Pur con ruoli diversi, si tratta dunque di elementi strategici per il terreno agricolo.

 

L’effetto delle lavorazioni tradizionali

L’azione combinata dell’aratura e i passaggi successivi di affinamento con erpice rotante determinano gli effetti indicati nell’immagine seguente, che in presenza di andamenti climatici anomali amplificano i danni al suolo e alle colture.

 

L’agricoltore che effettua lavorazioni tradizionali deve sapere ciò che accade al suolo e le due immagini sottostanti riassumono i principali effetti, evidenziando un danno alla porosità, la distruzione degli aggregati e la mineralizzazione della sostanza organica, che come abbiamo visto, è la componente che dobbiamo tesaurizzare.

 

Un altro effetto è l’aumento dei macropori, che portano alle conseguenze indicate nella prossima immagine.

 

Cosa succede con l’inversione degli strati

Il rovesciamento della fetta di terreno provocata dall’aratro ha sei effetti negativi sul terreno, come si vede nell’immagine che segue.

 

Come si migliora la struttura del terreno

L’agricoltore può intervenire solo cercando di migliorare la porosità del terreno, da cui dipende la struttura, e lo può fare applicando le lavorazioni conservative.

 

Anche le lavorazioni conservative disturbano il suolo

Minima lavorazione, strip tillage e sodo disturbano il terreno, ma sono i residui colturali presenti in superficie che limitano i danni dell’azione meccanica.

 

Ci vogliono le cover crops

Ma i residui delle colture non sono sufficienti per stabilizzare la struttura del terreno. Occorrono invece le cover crops, che esercitano sei funzioni cardine che sono alla base del successo delle lavorazioni conservative.

 

I pregi delle cover crops sono tali da riuscire nel tempo a riportare il terreno in equilibrio in tutte le sue componenti naturali, migliorando anno dopo anno la vitalità e quindi la fertilità dei suoli.

 

Ancora una volta va ribadito il concetto che l’agricoltura rigenerativa è l’insieme di una serie di azioni sinergiche tra di loro che parte dalla gestione delle lavorazioni del terreno, ma si deve completare con l’ampliamento della rotazione tra colture diverse, la copertura permanente del suolo, l’utilizzo agronomico di liquami e digestati e l’uso dell’agricoltura di precisione.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


8 commenti

  • Gisonna Carlo

    4 Luglio 2023 at 6:13 pm

    Interessante sotto tutti gli aspetti.

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  • Emanuel rossi

    4 Luglio 2023 at 8:00 pm

    Buongiorno io quest’anno ho seminato il favino da sovescio per la prima volta e vediamo come migliorerà il terreno pronto per seminare in autunno il frumento

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  • Luigi Mario Ianni

    4 Luglio 2023 at 9:04 pm

    Il rovescio del terreno porta i prodotti organaci in profondità creando alimenti nutrizione per le radici delle future coltivazione

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  • Michele

    5 Luglio 2023 at 9:15 pm

    Quante stronzate dice questo, dipende tutto dalla struttura del terreno e dai diversi areali no che la tecnica suggerita da lui può andare bene per tutta l’Italia

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  • Diego

    6 Luglio 2023 at 12:29 pm

    Io dico solo una cosa per quanto riguarda il mondo agricolo. Io vedo sempre mezzi più grandi e pesanti con ruote sempre più grandi, larghe e pesanti. Vedo che se non si fanno due raccolti l’anno gli agricoltori non sono contenti. Vedo un uso massiccio di disseccante e molto altro…… Questo vuol dire maltrattare la terra e tutto quello che ci va dietro……. Non serve aggiungere altro…..

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  • Zanelli Marco

    11 Luglio 2023 at 2:10 pm

    Invito tutti a venire nel piacentino in questi giorni di caldo per vedere la differenza fra i mais seminati su terreni arati prima dell autunno e quelli seminati dopo un prodotto invernale tipo cover crops : i primi producono il doppio con metà acqua e gasolio ,quelli di seconda semina producono la metà con il doppio consumo di acqua e gasolio, venite a. Vedere ! Il resto sono storie…

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  • Fazzuoli roberto

    16 Agosto 2023 at 9:18 pm

    Non sono un agricoltore ma vengo da famiglie dove i nonni e genitori si occupavano di agricoltura mio padre oltretutto faceva contotersista oltre che avere terreni in affitto in tutte queste novita non si parla assolutamente che lavorando il terreno in maniera superficiale occorre il diserbante !non occorre penetrare il terreno con il coltro come fanno oggi questitrattori mostruosi che rovesciano anche 60 cm! Per eliminare le infestanti bastano 35 cm reali cosi non si distrugge il terreno e poi altra cosa erpicare successivamente un terreno lavorato cheveramente desertifica il terreno e se ci sono piogge torrenziali lo dilava cosi mi diceva mio padre deceduto molti anni fa oggi avrebbe avuto 110 anni negli anni 65 -70 da un ettaro di terreno ricavava sui 50 q.li ad ettaro di grano con uso molto limitato di fertilizzanti effettuava rotazione con erba medica ed ogni 5-6 anni a riposo porzionoi di terreno per un anno anno e mezzo

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