Sul terreno arato, molti attrezzi agricoli deludono: il motivo è nella scelta sbagliata
Girando le campagne, in molti casi sentiamo dire: «Ho usato quel nuovo coltivatore al posto dell’erpice rotante per affinare le zolle dopo l’aratura ed è venuto fuori un pessimo lavoro. Mai più cambiare la strada vecchia per la nuova!». E tutte le volte che approfondiamo per capire cosa è successo e quale attrezzo è stato utilizzato, ci troviamo puntualmente di fronte a una scelta sbagliata, a un errore di interpretazione dell’agricoltore. Ogni attrezzo è infatti stato progettato e costruito per fare un certo lavoro e questo particolare va sempre considerato prima di entrare in campo.
I coltivatori da minima lavorazione non vanno usati su terreno arato
Tanto per fare un esempio, Qualidisc, CLC e CTC sono attrezzi da minima lavorazione di Kverneland ormai diffusissimi in ogni regione. Il primo porta due file di dischi e termina con un rullo di diversa foggia, il secondo e il terzo abbinano file di ancore a dischiere. Ma attenzione: questi attrezzi sono stati costruiti per sostituire l’aratro ed effettuare una minima lavorazione con organi di lavoro non mossi dalla presa di forza, direttamente su terreni coperti da malerbe, residui colturali oppure cover crops.
Se anziché su terreni non ancora “toccati” dall’agricoltore dopo la raccolta di frumenti, soia, mais, girasole, colza o sorgo vengono usati sulle zolle prodotte dall’aratro, il risultato è davvero deludente. Il motivo è semplice: non è l’attrezzo che ha lavorato male, ma è l’agricoltore che ha sbagliato a farlo lavorare in una condizione per la quale non è stato costruito.
Dopo l’aratura, l’attrezzo giusto è il coltivatore Kverneland Turbo
Se dopo aratura non si vuole usare l’erpice, che sappiamo bene quanto sia dispendioso e dannoso per il suolo e l’ambiente, l’attrezzo giusto è il nuovo Kverneland Turbo, un coltivatore molto versatile e ideale per qualsiasi operazione, che può rimpiazzare altre macchine più dispendiose con una notevole riduzione dei costi.
Kverneland Turbo è stato progettato in una forma molto compatta e adatta per trattori anche di bassa potenza. Questo è il motivo per cui i denti sono su quattro file e su cinque file nel modello trainato. Per renderlo il più compatto possibile, la prima e l’ultima fila sono state situate direttamente sul telaio.
La distanza tra le file varia dai 510 mm ai 900 mm per consentire un corretto flusso del terreno da una fila all’altra. I denti sono poi seguiti da una fila di denti livellatori che assicurano la chiusura dei solchi lasciata dall’ultima fila di denti.
Un commento
Antonio Sonnessa
18 Aprile 2024 at 7:26 am
Dalle foto sembra la dischiera buona ma va vista dal vivo