Il drone mappa la vigoria del riso e il Geospread concima a dose variabile
La concimazione azotata del riso, al momento della differenziazione della pannocchia, viene considerata una tecnica fondamentale per puntare all’eccellenza produttiva e qualitativa. Così l’Ente Risi, in collaborazione con l’Università di Torino, ha studiato e messo a punto delle curve di calibrazione che mettono in relazione l’indice di vigoria della pianta con le dosi ideali di concime azotato da distribuire.
Misurare la vigoria della vegetazione
Poiché la vigoria delle piante varia da una zona all’altra dell’appezzamento, occorre misurarla con esattezza punto per punto e, successivamente, predisporre una distribuzione a dose variabile dell’azoto. La tecnologia mette a disposizione dell’agricoltore i mezzi necessari per farlo, che sono il drone per la prima operazione e lo spandiconcime intelligente guidato dal satellite per la seconda.
L’azienda agricola Negri di Trovo (Pavia) produce riso su 230 ettari e quest’anno ha applicato questa nuova tecnica di concimazione su metà della superficie.
Le mappe di prescrizione per distribuire l’azoto
Così l’agronomo Gianluca Rognoni dello studio associato Barbieri e Rognoni di Casteggio (Pavia) illustra la prima fase di lavoro: «Una camera multispettrale montata sul drone rileva l’indice di vigore delle piante e, partendo da questo dato, elaboriamo, con l’ausilio delle curve di calibrazione, le mappe di prescrizione per la distribuzione dell’azoto a dose variabile. Il progetto viene realizzato da un gioco di squadra: la società ACR Progetti si occupa dell’elaborazione delle immagini e la predisposizione delle mappe e la società Salt & Lemon effettua i voli con il drone».
Le curve di calibrazione dell’azoto
«Le curve di calibrazione – spiega ancora Rognoni – sono divise per gruppo varietale e prevedono diverse intensità: 95%, 97% e 99%. Ciò significa che si può scegliere l’intensità della concimazione variabile, a seconda delle caratteristiche degli appezzamenti. Per esempio, su un terreno di tessitura tendenzialmente sabbiosa e che teme l’attacco di brusone, si sceglierà una intensità di concimazione azotata più bassa, mentre dove si ritiene di produrre di più si lavora con il valore 99%».
Da sei anni no all’aratro e sì alla minima lavorazione
Michele Negri, insieme al papà Raffaele, da alcuni anni ha sposato l’innovazione agronomica partendo dalla gestione del terreno, grazie alla presenza sul mercato di attrezzature come il coltivatore CLC e l’erpice Qualidisc di Kverneland che il concessionario Lesmo di Rosate (Milano) sta introducendo nel territorio con grande successo.
«Sono sei anni che adottiamo la minima lavorazione – dice Raffaele Negri – e i risultati sono molto buoni. In autunno passiamo con il CLC e, solo se c’è molta paglia, effettuiamo il secondo passaggio; in primavera con un passaggio di Qualidisc prepariamo il letto di semina del riso. Non c’è dubbio che il risparmio di costo è sensibile e la produzione non diminuisce».
Con il Geospread si fa anche un’eccellente semina del riso
Elevata la soddisfazione di Negri anche per l’acquisto dello spandiconcime Kverneland CL Geospread. «Quest’anno lo abbiamo provato anche per la semina del riso su una parte della superficie – dice Michele Negri – e devo ammettere che ha lavorato in maniera perfetta e con estrema precisione. Precisione che si conferma nella distribuzione a dose variabile del concime e anche nell’azzeramento delle sovrapposizioni che ci fa risparmiare tantissime dosi di concime».
Con l’innovazione, non c’è dubbio, i conti tornano. L’importante però è fare i conti, altrimenti è difficile valutare il valore delle tecnologie.
In questo video, la concimazione a dose variabile effettuata all’azienda Negri con lo spandiconcime Kverneland CL Geospread.