Pag Kverneland, mais alla quinta foglia: non c’è differenza tra arato, minima e strip-till

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Se il buongiorno si vede dal mattino, come si dice, ancora una volta si conferma la validità tecnica delle minime lavorazioni confrontate con l’aratura tanto “amata” da ancora molti agricoltori.

Nel PAG (Progetto Agronomico Globale) realizzato per il secondo anno da Kverneland Group Italia e Dekalb presso l’azienda Cavazzini di Acquafredda (Brescia), il mais alla quinta foglia si presenta infatti in ottimo stato in tutti e tre i parcelloni realizzati, dove sono stati messi a confronto la minima lavorazione effettuata con Kverneland CLC, lo strip-till realizzato con il Kverneland Kultistrip e la lavorazione tradizionale con aratura ed erpicature.

Il Kultistrip di Kverneland al lavoro nell’azienda Cavazzini.

L’ibrido seminato è il DKC 6728 di Dekalb-Monsanto alla densità di 8 piante al mq. Al trattamento con Roundup è seguito un diserbo di post emergenza. La precessione colturale era mais.

Su questo PAG verrà applicato da Dekalb il sistema di gestione satellitare dell’irrigazione Aquatek e alla raccolta saranno realizzate come lo scorso anno le mappe di produzione.

In un appezzamento a fianco del PAG è stata realizzata una prova di semina a densità variabile da 9 a 11 piante /mq dell’ibrido DKC 6664 sulla base dei riscontri delle mappe del suolo realizzate da AgriSoing.

Il mais alla quinta foglia sul terreno arato ed erpicato.
Il mais alla quinta foglia sul terreno a strip-till.
Come si nota, sullo strip-till sono rimasti in superficie sia le malerbe disseccate sia gli stocchi dell’anno 2016, che verranno degradate pian piano dalla fauna terricola.
Il mais sul terreno a minima preparato con un solo passaggio di CLC. Nonostante la zollosità, come si vede il mais è nato perfettamente.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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